#2 Che cos'è un fungo?
Cominciamo dalle basi: da Emily Dickinson a Leo Di Caprio, passando per i Puffi
Ciao! Grazie di essere qui. 🍄
Fungotropìa è la newsletter appassionata di funghi che viaggia nel sottobosco come un micelio trovando connessioni. E’ scritta da me, Camilla Mazzanti, senza pretesa di scientificità ma con curiosa voglia di scoperta. Per ora arriva due volte al mese, ma solo quando vuole, come i funghi, non quando li cerchiamo con ostinazione ma quando meno ce li aspettiamo, come dei tesori.
Il Fungo è l’Elfo delle Piante
da Emily Dickinson, “The Mushroom is the Elf of Plants” J1298 (1874),The Complete Poems, Tutte le poesie, Traduzione e note di Giuseppe Ierolli
Nel numero precedente ti ho raccontato del perché mi sia per caso avvicinata e appassionata al mondo dei funghi; abbiamo già parlato di funghi speciali, quelli che crescono in ambienti dunali o addirittura immersi completamente in acqua. Ma, volendo partire dalle basi: che cos’è un fungo?
Per Emily Dickinson il fungo rappresenta una sorta di elemento magico del bosco, e te lo posso confermare: è davvero così.
Il fungo esce quando meno te lo aspetti, non fa rumore, non avvisa nessuno. Puoi aspettarlo per giorni, a volte per mesi, invano. Puoi andare dove sai che dovrebbe spuntare e pensare di essere stato tradito. Lui non c’è. Tu crederai allora che sia lui a non voler essere trovato, ti arrabbierai e dichiarerai di aver litigato con lui. La verità è che a lui di te non importa. L’errore è il tuo, quello di poter credere di controllare un essere molto più antico. Il saggio micelio sa molto meglio di te quale sia il momento giusto. L’attimo in cui far capolino in superficie per poi proseguire la sua vita nel sottobosco.
Tornando a Dickinson, secondo Giuseppe Ierolli, che ha curato la traduzione e le note delle sue poesie, il fungo è “simbolo della libertà dai consueti cicli della natura: appare improvvisamente, senza che niente, un fiore, un germoglio, ne faccia presagire lo spuntare, e quando lo cogliamo sembra che non lasci niente dietro di sé, come se fosse causa ed effetto di se stesso; sembra il trucco di un mago, che gioca con la natura senza svelare i suoi segreti, come una bolla che vediamo salire nell'acqua e poi svanire in superficie senza lasciare tracce.”
Pochi giorni fa è iniziata la stagione dei funghi. E posso dichiarare di essermi finalmente riconciliata con uno dei miei luoghi del cuore sull’Appennino bolognese. Gli scorsi anni andavo a cercare le mie amate trombette di morto nel periodo in cui di solito si trovano (vale a dire novembre, per la Festa dei Morti, appunto) e… niente. Per due o tre anni di fila la delusione è stata cocente. Pochi giorni fa invece… eccole lì, completamente fuori stagione, almeno secondo le mie aspettative. Sbagliavo a pretendere di avere la situazione sotto controllo: il fungo non ti aspetta.
Ma torniamo a noi: la “Capanna a Tartufo” di Dickinson, come potrebbe essere definita “scientificamente”? Qual è la giusta definizione di “fungo”?
Lo ammetto, ho pensato molto se scrivere o meno questo numero della newsletter. Io non sono nessuno per spiegare alcunché su qualcosa di scientifico e questa non è, e non vuole assolutamente essere, una lezione di micologia. Puoi trovare mille manuali più o meno elaborati per avere le giuste definizioni di fungo, micelio, spore, ife e quant’altro. Tuttavia, dato che questa newsletter nasce un po’ come il mio diario di viaggio alla scoperta di questo mondo, mi sembra sensato riportare quello che ha sorpreso me nell’apprendere qualcuna di queste nozioni assolutamente di base per ogni micofilo che si rispetti.
Quindi, se vogliamo essere più prosaici di Dickinson possiamo dire: né animale, né vegetale, il “fungo” fa parte di un regno a sé stante. Non contiene clorofilla, non foto-sintetizza e non è in grado di muoversi, anche se il micelio da cui si sviluppa (la sua parte radicale, diciamo) è assolutamente in grado di estendersi anche molto lontano, fino a diversi kilometri di distanza. In un certo senso, il fungo, così come lo intendiamo di solito, non è altro che la “fioritura” del micelio sottostante, il suo corpo fruttifero, e si chiama tecnicamente “carpoforo” perché si riproduce tramite spore. Eh, sì, tutte queste cose assieme in un piccolo funghetto 🍄.
Persino il suo aspetto iconico costituito da gambo e cappello (quello in cui abitavano i Puffi per capirci, vedi la reference esplicativa più in alto) è solo una delle tante forme che può assumere.
Insomma, quando mi sono avvicinata a questo mondo ho capito che in pratica ne sapevo ben poco:
il fungo che io chiamavo tale è una fruttificazione stagionale del micelio
le forme dei funghi sono tante e molto diverse
i funghi non crescono solo in autunno
e non crescono solo nel bosco
Per essere più precisi poi, i funghi si dividono in tre grandi tipi:
saprofiti: cioè prendono le sostanze che gli servono per nutrirsi da materiale organico in decomposizione, come foglie, legni morti o…escrementi, ebbene sì, 💩, e li scompongono per formare l’humus1 necessario all’equilibrio dei nostri ecosistemi. Questo tipo di funghi è anche coltivabile: hai presente i Pleurotus e gli Shitake tipici della cucina asiatica? E i classici Champignon (Agaricus bisporus)? Ecco, tanto per dirne qualcuno.
simbionti: sono quelli che vivono grazie a uno scambio con un altro essere vivente (pianta, animale o anche fungo) in un equo do ut des. Applicano il sistema economico del baratto insomma. Quando si tratta di essere simbionti di piante si parla di micorriza. Ciò significa che assorbono acqua e nutrimento dall’organismo che li ospita e in cambio rilasciano zuccheri creati grazie alla fotosintesi. Un esempio comune? I finferli o i tartufi.
parassiti: sono quei funghi che, detto volgarmente, si approfittano di un ospite. O si attaccano a organismi sani per distruggerli, oppure si servono di una loro ferita o di una malattia: insomma, non sono proprio dei simpaticoni. Avresti mai pensato che i chiodini fossero così terribili? 😈
Nonostante tutte queste nozioni tecniche, è impossibile non condividere il fascino che Dickinson provava per qualcosa che spunta dal terreno senza preavviso. Siamo ormai consapevoli di trovarci davanti a un essere vivente potente e per molti versi ancora sconosciuto.
Novità linguistiche dal Regno dei funghi
I funghi sono un regno che non ha storicamente ricevuto ancora grande attenzione, anche se negli ultimi tempi sta salendo alla ribalta per prendersi il meritato spazio. O meglio, lo spazio in natura ce l’ha eccome, ben più di noi, semmai siamo noi appunto ad averlo trascurato finora nonostante il suo ruolo fondamentale nel sostenere la vita sulla Terra. Da qualche anno su questo argomento si è aperta una questione linguistica il cui significato come spesso succede, va ben oltre le definizioni lessicali.
Nel 2018 è stato pubblicato un documento che propone il termine “Funga” da accostare agli altri regni di fauna e flora, grazie al quale si è esplicitata la necessità di trovare un nome collettivo che dia dignità a un regno che per secoli è stato considerato un vero e proprio ibrido tra il mondo animale e quello vegetale.
Da qui è nato il cosiddetto progetto 3F, Fauna, Flora, Funga: un'iniziativa che prevede la collaborazione tra la Fungi Foundation, la Earth Advocacy Clinic della New York University e Merlin Sheldrake2, un personaggio di cui prima o poi parleremo più approfonditamente, te lo prometto.
Alla base di questa proposta c’è la volontà di agevolare l’inclusione finalmente anche dei funghi nelle politiche legislative e nel lessico sull’ambiente a livello globale: una rivoluzione linguistica che potrebbe sembrare meramente simbolica, ma che aspira di fatto a diventare un cambiamento anche politico.
Tra i numerosi sostenitori degli scopi di questa iniziativa, ci sono le organizzazioni internazionali Re:wild e IUCN SSC3, che hanno deciso per prime di riconoscere i funghi come un regno distinto e fondamentale per la salvaguardia del pianeta. Nel 2021 hanno dichiarato di volersi impegnare ad utilizzare un linguaggio "micologicamente inclusivo" nella loro comunicazione prendendo in considerazione anche i funghi nelle strategie di conservazione assieme a piante e animali rari e a rischio estinzione.
Ti vorrei far notare che tra i fondatori di Re:wild, una delle organizzazioni or ora citate, c’è nientepopodimenoche… Leonardo Di Caprio! L’avresti detto che il divo di Titanic avrebbe avuto un peso nella salvaguardia del mondo fungino? Coincidenze? Io non credo. Ma andiamo avanti.
Tra i promotori di questa iniziativa 3F c’è soprattutto Giuliana Furci, micologa cilena, fondatrice e direttrice della Fungi Foundation, la prima organizzazione non governativa al mondo per la protezione dei funghi. Furci è la vera protagonista di questo cambio di prospettiva, ed è una personalità in questo campo. Ha oltre 20 anni di esperienza nella ricerca sui funghi e recentemente ha ricevuto il National Geographic Conservation Leadership Award, diventando la prima micologa a ottenere questo riconoscimento.
La sua fondazione si occupa di divulgare, scoprire e documentare le potenzialità legate ai funghi e si batte proprio per la loro conservazione. Di Furci finirò sicuramente per riparlare, già lo so, perché le sue iniziative sono davvero peculiari e cercano di esplorare ogni aspetto del mondo fungino.
Intanto però ti metto qui sotto un video4 con una intervista a lei e a i suoi collaboratori:
Ma qual è lo scopo di tanta preoccupazione linguistica? Per quale motivo è così fondamentale includere i funghi nelle politiche e soprattutto nel linguaggio che adottiamo quando si parla di ambiente?
Se ci si pensa, essendo così strettamente legati a piante e animali, anche i funghi affrontano le loro stesse minacce: deforestazione, cambiamento climatico e inquinamento. In più sono anche soggetti ai rischi derivanti dall'uso diffuso di fungicidi e all'iper-sfruttamento del suolo. Non nominarli e, conseguentemente, non includerli nelle politiche di tutela e conservazione, significherebbe quindi non solo perdere una parte della biodiversità del pianeta, ma anche tralasciare diverse opportunità offerte proprio dalle loro caratteristiche e capacità. Non si tratta solo di velleità da appassionati, ma di protezione del futuro. “Che esagerazione!” penserai, e invece pare proprio di no.
Il fatto è che i funghi potrebbero svolgere un ruolo fondamentale in alcune delle soluzioni che si stanno cercando per arginare l'estinzione di alcune forme di vita e alcuni effetti del cambiamento climatico. Prima di tutto, grazie alla loro relazione mutualistica con gli alberi, giocano un ruolo fondamentale nel regolare l'anidride carbonica atmosferica.
In più, grazie ai processi di decomposizione, riciclano di fatto tutta la materia organica del pianeta. Ci sono funghi che possono aiutare a risanare i terreni inquinati e persino decomporre plastica e prodotti petrolchimici.
In teoria poi potrebbero fornire un'ottima alternativa alimentare ai cibi di origine animale, che sono una forza trainante dietro la deforestazione, ormai lo sappiamo. Pensa che questa loro potenzialità di “forest meat” (“carne della foresta”) in tempi di carestia è un argomento in cui mi sono imbattuta di ritorno da un mio viaggio estivo. Ne riparleremo.
Insomma i funghi sono una risorsa tutta da studiare e da proteggere. E finalmente anche la National Geographic Society se ne è resa conto, e per la prima volta nei suoi 130 anni di pubblicazioni, la sua celebre rivista ha dedicato loro una copertina e un lungo approfondimento. Se ti interessa, la versione italiana era in edicola lo scorso aprile.
Non ci sarebbe altro da aggiungere, dirai. Se non che… mi tocca ritornare a parlare di Leonardo Di Caprio e del suo spirito da ambientalista militante.
Stavo infatti per chiudere questo numero di Fungotropìa quando ho scoperto per caso che il 23 maggio scorso Leo ha celebrato sul suo profilo Instagram l'avvistamento in Cile di alcuni esemplari del fungo Gran Puma, l’Austroomphaliaster nahuelbutensi, ritenuto estinto ormai 36 anni fa5, ritrovato anche grazie all’aiuto della comunità locale dei Pehuenche.
“I funghi Gran Puma sono una specie misteriosa che vive nel sottosuolo delle montagne Nahuelbuta in Cile”, scrive Di Caprio, “I membri del team della spedizione” che li hanno trovati “pensano addirittura che siano visibili in superficie solo per pochi giorni l'anno”. Quando ho letto quindi di questo fungo che spunta quando gli pare, pochi giorni l’anno, non ho potuto non pensare che il rimando a Emily Dickinson fosse perfetto: “Mi sembra che l’erba sia lieta di averlo a intermittenza, questo surrettizio rampollo dell’estate circospetto”.
Perciò ti saluto con l’immagine di questi piccoli ma importanti funghetti neri qui sotto sperando di averti lasciato con qualche idea più chiara su cosa sia un fungo e sul suo valore.
Nel caso tu invece sia un esperto e per qualche ragione tu stia leggendo Fungotropìa, sentiti libero di darmi consigli o di scrivermi se dovessi aver commesso qualche errore o qualche inesattezza, sto imparando tutto da zero!
🎪 La comunità dei Puffi vive in casette-fungo aspirando a una sorta di mondo idilliaco. Ne sono uscite anche interpretazioni singolari: per alcuni, i Puffi sarebbero hippy che vivono in mezzo alla natura, per altri, addirittura, massoni dal berretto frigio. Ma c’è chi si è spinto oltre: secondo il sociologo francese Antoine Buéno gli gnomi blu sarebbero la personificazione dei due totalitarismi del Novecento: Nazi-Puffi e Puffi-Stalinisti. Tu che ne pensi? Per un approfondimento: Il libro nero dei Puffi, mimesi ed.
🌎 Gli studiosi del Kew Gardens di Londra hanno pubblicato un importante rapporto triennale intitolato «Stato delle piante e dei funghi del 2023”. Inoltre presso la loro sede è conservato il più ricco e antico Fungarium, la cui collezione è tra quelle più scientificamente rilevanti al mondo con più di un milione di specie fungine essiccate conservate nei loro archivi.
🏫 La Fungi Foundation propone diverse iniziative sulla conservazione, la mappatura e lo studio dei funghi. Ha persino un programma educativo pensato per le scuole, dedicato a bambini e ragazzi. Basta dare le proprie credenziali da insegnante per riceverne il materiale.
👨🎤 Un’intervista a Corrado Nai, microbiologo, sull’importanza dello studio dei funghi, sulla loro divulgazione con un focus su quanto poco ancora se ne sappia.
🔎 Ti interessa sapere quali sono le specie perdute di flora fauna e funga più ricercate? Ecco qui le top most wanted lost species.
📹 Ti piacciono i video? La Fungi Foundation ha pubblicato un cortometraggio sulla spedizione di ricerca del fungo Gran Puma, compreso il momento del suo ritrovamento.
📊 A proposito di linguaggio che determina il modo in cui descriviamo il mondo, ti consiglio questo numero di Ti spiego il dato, la newsletter di Donata Columbro: “per ricordarci che le categorie con cui osserviamo il mondo non sono immutabili”.
Questo numero di Fungotropìa finisce qui. Ho una domanda per te: appurato che direttamente o indirettamente sono indispensabili per la vita, hai mai pensato a come sarebbe la tua alimentazione senza i funghi? Magari nemmeno ne consumi perché non ti piacciono, ma sapevi che in alcune circostanze si sono rivelati fondamentali per la sopravvivenza umana? Se ti interessa non ti resta che aspettare il prossimo numero, arriva lunedì 21 ottobre.
Ti aspetto!
Camilla
Spero che questo numero ti sia piaciuto e che questo formato sia per te leggibile e interessante. Hai commenti o suggerimenti? Scrivimi pure, ti leggo! E se ti è piaciuta condividi Fungotropìa con chi vuoi.
Ti hanno girato questa newsletter?
Mi chiamo Camilla Mazzanti, non sono una botanica né una micologa ma solo una persona curiosa. Questa è Fungotropìa.
Le illustrazioni sono di Alice Fadda.
Ammettilo, era dalle scuole elementari che non pensavi a questa parola, vero? Io sì. In ogni caso, essendo l’humus il substrato del terreno più ricco di nutrienti, è qui che si concentrano maggiormente le ife, i miceli e le radici dei vegetali, oltre che tane di vari animali, che possono più agevolmente scavare all’interno di uno strato di terra friabile, morbida e facilmente asportabile.
A Merlin Sheldrake (e alla sua famiglia) bisognerebbe dedicare un numero intero di Fungotropìa. Biologo, scrittore, ricercatore presso lo Smithsonian Tropical Research Institute a Panama, studioso di microbiologia, ecologia, filosofia della scienza, è un personaggio che si sta dedicando molto alla divulgazione sulla vita dei funghi. Celebre è il suo Entangled Life, saggio sui funghi tradotto in italiano come “L’ordine nascosto, La vita segreta dei funghi”, ed. Marsilio, di cui da poco è uscita anche una bellissima versione illustrata.
Re:Wild è un’organizzazione fondata da Leonardo di Caprio (!) e da un gruppo di scienziati che si occupano di conservazione e tutela del patrimonio naturale, la cui finalità è quella di riunire le conoscenze di popoli indigeni, comunità locali, ONG, aziende, governi e comuni cittadini per proteggere e ripristinare l’ambiente naturale.
SSC: La IUCN Species Survival Commission è una rete scientifica composta da migliaia di esperti volontari provenienti da quasi tutti i paesi del mondo che collaborano per realizzare la visione di "un mondo giusto che valorizzi e conservi la natura attraverso azioni volte sia a prevenire la perdita sia a favorire il recupero della diversità della vita sulla Terra".
Una nota tecnica: il video è in lingua inglese, ma cliccando su una delle icone in basso a destra del video puoi attivare i sottotitoli generati automaticamente con la traduzione in italiano.
Per avere qualche informazione in più sul ritrovamento e sulla composizione del team di ricerca, qui c’è un articolo che racconta anche le interessanti modalità di studio della documentazione disponibile, che era in lingua tedesca, e sulle illustrazioni esistenti, utilizzate non essendoci fotografie del fungo in questione.
ho confrontato la versione che avevo io "tutte le poesie " di Marisa Bulgheroni ma e' molto piu' bella questa di Ierolli!!! ha tutto un altro sapore !
Ho bellissimi ricordi legati alla raccolta dei funghi 🍄 Ho avuto la fortuna di crescere vicino un torrente e di avere una nonna esperta che ora non c'è più. In questo periodo dell'anno mi portava spesso per boschi a raccoglierli. Raccoglievamo soprattutto chiodini e un tipo di fungo -buonissimo- che non ricordo come si chiama. Era bianco, piccolo e a forma ovale; tipo una pallina 🤔